20.12.12

TAU CETI: QUANDO LA FANTASCIENZA ANTICIPA LA SCIENZA.

Il Sole (a sinistra) e Tau Ceti
Tau Ceti, una stella che ha sempre ispirato scrittori  e registi di fantascienza in quanto risulta essere la stella di tipo solare più vicina al nostro Sole. Questi autori hanno poi immaginato dei pianeti attorno ad essa, molto spesso abitabili...anticipando la scienza come spesso fa la fantascienza. Il SETI la tiene costantemente d'occhio data la sua vicinanza al Sole.
Distante 11,89 anni luce, la stella è visibile ad occhio nudo nella costellazione della Balena dove brilla di magnitudine 3.5. Possiede una massa ed un raggio di poco inferiori a quelli solari e risulta possedere un'attività stellare tutto sommato nella norma.
Nel 2004 gli astronomi hanno scoperto che attorno a Tau Ceti (o HD 10700) c'è una grande quantità di materiale roccioso di derivazione asteroidale o cometaria, circa 10 volte maggiore di quello che circonda il Sole. Questo disco di polveri si estende fino a 55 UA e comincia ben oltre la zona abitabile del sistema.
Questo è quello che si conosceva fino a pochi giorni fa. Ora le cose sono cambiate di molto ed in meglio.
Recentemente un team internazionale di astronomi ha scoperto che Tau Ceti ospita un sistema planetario con ben 5 pianeti e la buona notizia è che uno di essi, Tau Ceti e, orbita nella zona abitabile del sistema ed ha una massa pari a 5 volte quella terrestre. Dunque questo pianeta è attualmente il pianeta potenzialmente abitabile più vicino alla Terra.
I cinque pianeti posseggono una massa che oscilla tra le due e le sei masse terrestri e tempi di rivoluzione che vanno da 14 a 640 giorni.
Anche il pianeta Tau Ceti f sarebbe al limite della zona abitabile.

Il sistema planetario di Tau Ceti

Ulteriori studi stanno cercando di approfondire la conoscenza di questi pianeti riservando particolare attenzione al pianeta 'e' e al pianeta 'f'.
Qui puoi trovare ulteriori info e animazioni.


6.12.12

ABITABILITA': UN CONCETTO TUTTO DA DEFINIRE.

Neanche il tempo di provare a definire il concetto di abitabilità in una conferenza, tenutasi non più tardi di ieri sera a Trezzano Sul Naviglio (MI), che già oggi spuntano studi che aggiungono nuovi ed importanti tasselli, plasmando per la miliardesima volta questo concetto. Ma andiamo per ordine.
L'abitabilità di un pianeta è un concetto tanto vago quanto sconosciuto nella realtà dei fatti.
La scienza naturalmente progredisce solo se si fonda su basi solide e verificabili, difficili da trovare nelle conoscenze attuali legate a questo importantissimo concetto. Noi esseri umani terrestri abbiamo solo la Terra come punto di partenza per dare una definizione del termine 'abitabile' e, giustamente, tendiamo a ritenere 'vita' e 'abitabile' ciò che sulla Terra è vivo (ovvero nasce, cresce si riproduce e muore) e può ospitare la vita (ovvero i luoghi che sulla Terra ospitano la vita). Ma se scoprissimo che la Terra non è neanche il miglior ambiente possibile nell'Universo per far sviluppare la vita?
Oggi l'astronomia è proiettata alla ricerca della 'Terra gemella', ma chi ci dice che la Terra gemella che troveremo non sia un luogo più adatto ancora alla vita...?
Chiariamo un punto importante: la vita necessita innanzi tutto calore per svilupparsi e per progredire. Molti pianeti che oggi non riteniamo abitabili perchè posti nelle zone esterne, quindi fredde, dei loro sistemi potrebbero in realtà ridefinire il concetto di abitabilità grazie ad un recentissimo studio statunitense.
Lo studio ha preso in considerazione gli elementi radioattivi che nelle profondità del nostro pianeta, con il loro decadimento, generano il calore che rende incandescente il mantello terrestre, in particolare Uranio e Torio.
Per intenderci: per far bollire l'acqua in una pentola a temperatura ambiente ci vuole poco tempo ed un apporto di calore tutto sommato moderato. Ma per far bollire l'acqua (magari ghiacciata) all'interno di una pentola a -100°C i tempi sono molto più lunghi e il calore da apportare per questa operazione deve essere maggiore e prolungato nel tempo.
Quindi la questione diventa ora: come si fa a scaldare il mantello di un pianeta di più e per più tempo? Bisogna considerare la quantità di Torio ed Uranio presenti all'interno del pianeta.
Gli astronomi dell'Ohio State University hanno studiato a fondo le quantità di questi due elementi presenti in 8 stelle in tutto e per tutto simili al Sole. Ebbene, in 7 di queste i due elementi radioattivi erano presenti anche in quantità 2.5 volte maggiori di quelle presenti nel nostro Sole. Più Uranio e Torio nella stella significa poi più Uranio e Torio nei suoi pianeti e dunque pianeti più caldi nel loro interno, anche se per il nostro primitivo concetto di 'zona di abitabilità' questi pianeti sono al di fuori di essa, nella zona fredda e lontana del sistema planetario. Pianeti terrestri attorno a queste 7 stelle genererebbero un calore interno superiore del 25% rispetto a quello generato dalla Terra. Pianeti più caldi internamente significa più tettonica delle placche e conseguente maggior attività geologica rispetto alla Terra. Riscaldamento significa anche mantenimento dell'acqua liquida in superficie laddove sarebbe inevitabilmente ghiacciata a causa della troppa distanza del pianeta dalla stella. Un po' come le terme in mezzo ai ghiacci...
Sulla Terra è in massima parte l'Uranio a scaldare le profondità del nostro pianeta, ma il Torio genererebbe più energia ed il suo tempo di decadimento è molto maggiore rispetto a quello dell'Uranio... pianeti 'sfortunati' con tanto Torio avrebbero in realtà una marcia in più della Terra!
Questo studio permette di togliere molti paletti all'assai vincolato concetto di abitabilità 'secondo la Terra', estendendo la ricerca della vita e dei segni di attività geologica anche a pianeti che già oggi scartiamo a priori.