28.12.13

SCOPERTA LA PRIMA LUNA EXTRASOLARE ?

Oggi si conoscono oltre 1000 pianeti extrasolari e le nuove scoperte sono all'ordine del giorni. Negli ultimi due decenni sono stati elaborati numerosi metodi per scovare e per ottenere quante più informazioni possibili su questi pianeti lontani. Ora la nuova sfida è quella di ottenere la prima immagine di una esoluna, ovvero di una luna orbitante attorno ad un pianeta extrasolare. Sono tre i metodi che oggi si ritiene abbiano raggiunto un livello di precisione tale da poter rilevare una o più di queste esolune e sarebbero il metodo del transito, quello della rilevazione delle variazione nell'emissione delle pulsar e quello legato al microlensing gravitazionale. Il primo non ha ancora dato risultati in questo senso anche se tutti sono convinti che si tratti solo di tempo e che i nuovi telescopi del prossimo futuro saranno perfettamente in grado di compiere l'impresa. Il secondo ha molto probabilmente dato un risultato in questo senso quando gli astronomi lo hanno utilizzato per studiare la famosa pulsar PSR B1257+12. Questo astro ha permesso la scoperta dei primi tre pianeti extrasolari della storia (PSR B1257+12 a, b e c) e la prima rilevazione di un oggetto di massa asteroidale attorno ad un'altra stella: PSR B1257+12 d. L'oggetto possiede una massa stimata in 0,0004 masse terrestri ed un diametro di circa 1000 km. La massa e le dimensioni rientrano tranquillamente nel range delle esolune, anche se nel caso specifico non si tratta certamente di una esoluna. La sua citazione è d'obbligo per sottolineare la potenza ed accuratezza del metodo.
Il terzo metodo è quello del microlensing gravitazionale. L'effetto 'lente gravitazionale' si verifica quando il campo gravitazionale di una stella agisce da lente d'ingrandimento, amplificando la luce proveniente da una lontana stella sullo sfondo. Ciò accade quando le due stelle sono perfettamente allineate. Tali effetti hanno breve durata, giorni o settimane,  poichè la Terra  e le stelle coinvolte sono in continuo moto relativo tra loro.
In una decina di anni si sono registrati circa un migliaio di eventi di lensing poichè è difficile che si verifichino le particolari condizioni che danno luogo a questo fenomeno: ecco spiegata la loro rarità. Il grande vantaggio è quello di poter rilevare il segnale amplificato di questi pianeti a grandissima distanza (fino a decine di migliaia di anni luce).
Uno degli svantaggi del metodo è quello di dover monitorare continuamente un grandissimo numero di stelle e sperare nel verificarsi dell'evento. Il metodo diventa significativo nell'indagare la presenza di pianeti attorno a stelle poste tra la Terra ed in centro galattico : il centro della Via Lattea ci offre un ottimo background fitto di stelle e la probabilità di osservare un tale evento aumenta notevolmente.
Un altro svantaggio è la non ripetibilità dell'osservazione a causa dell'impossibilità di ricreare l'allineamento.

E' stato proprio quest'ultimo metodo a compiere quella che potrebbe essere la prima esoluna mai scoperta.
L'evento studiato è stato denominato MOA 2011-BLG-262.
Evento di microlensing che ha permesso la rilevazione della potenziale esoluna.

Innanzi tutto il pianeta attorno a cui orbiterebbe la esoluna fa parte della categoria dei 'pianeti vaganti', mondi che non orbitano attorno alla loro stella e che vagano nello spazio interstellare della galassia, e dista ben 1800 anni luce dal Sole. Si presenta come un pianeta di tipo gioviano con una massa pari a circa 4 volte quella del nostro gigante gassoso. La coppia di oggetti presenta delle stranezze. Innanzi tutto la luna possiede una grande massa stimata in circa mezza massa terrestre (0.47 M t) ed orbita a ben 20 milioni di km dal pianeta (circa 0.13 UA). Questi due dati hanno fatto ipotizzare che possa anche trattarsi di due pianeti espulsi da un sistema caotico e che il minore sia poi rimasto intrappolato dalla gravità del maggiore, divenendo una sua luna. In tal caso un pianeta che diventa luna costituirebbe una nuova classe di oggetti....
Purtroppo l'evento non è ripetibile e dunque con ogni probabilità non sapremo mai abbastanza su quel sistema per poter giungere ad una classificazione certa dell'oggetto minore; questo è vero se non si ripeteranno nuovi casuali e futuri eventi di microlensing che forniscano ulteriori informazioni (le possibilità che ciò accada sono davvero minime, ma non nulle).


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2 commenti:

  1. Grazie! Bell'articolo molto interessante!

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  2. Ciao Roberto! Grazie a te per essere passato di qui! ��

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