3.6.14

CONTO ALLA ROVESCIA PER LA FINE DI DUE MONDI

Nonostante l'ormai elevato numero di pianeti extrasolari oggi noti, dopo la scoperta di un nuovo mondo il suo studio non termina con una banale annotazione sull'elenco...anzi, il gioco deve ancora cominciare.
Per due mondi però la partita è già persa in partenza a causa della prossimità dei due alla loro irrequieta stella.
La stella in questione è Kepler-56, un astro in transizione dalla condizione solare a quella di gigante rossa, distante 2800 anni luce in direzione costellazione del Cigno.
Naturalmente questo cambiamento strutturale da parte della stella comporta una rapida espansione degli strati superficiali verso l'esterno moltiplicando di svariate volte le sue dimensioni iniziali.
Attorno ad essa il telescopio orbitale Kepler ha scoperto 3 pianeti: Kepler-56b, Kepler-56c e Kepler-56d.
Il terzo, un gigante gassoso con un periodo orbitale pari a 3.3 anni terrestri, è talmente lontano da assicurarsi una lunga sopravvivenza. Ma che dire dei due pianeti più interni del sistema?
Il più vicino, il pianeta b  (superterra), orbita attorno alla sua stella in 10.5 giorni ed il suo compagno, il pianeta c (nettuniano), in 21.4 giorni. Questo brevissimo anno ha come conseguenza l'estrema vicinanza dei due mondi alla stella, tanto che entrambe le orbite sarebbero all'interno dell'orbita tracciata dal nostro Mercurio. Un fatto non positivo se la stella attorno a cui si orbita è in rapida espansione.
Prima di parlare del loro fato è interessante soffermarsi su un'altra peculiarità che contraddistingue questo sistema nella sua totalità: l'inclinazione del  piano orbitale dei tre pianeti. Questa scoperta risultò del tutto inaspettata in quanto il sistema planetario si formò dalla stessa nube primordiale della stella e dunque le orbite planetarie avrebbero dovuto essere complanari tra loro e rispetto all'equatore stellare. Dai calcoli effettuati risultò invece una rispettiva inclinazione di 79.64° per il pianeta b, 81.93° per il pianeta c e circa 55° per il pianeta d.
Quanto detto finora non è una novità, succede ogni volta che una stella di tipo solare raggiunge la fase successiva di gigante rossa ed anche tra i pianeti extrasolari oggi noti abbiamo degli esempi. La vera novità è che per la prima volta al mondo è stata calcolata la 'data di morte' di questi due pianeti, ovvero il tempo che gli rimane da 'vivere'. Kepler-56b sarà ancora tra noi per 130 milioni di anni mentre Kepler-56c per poco di più, 155 milioni di anni. A noi sembra tanto tempo, ma in termini planetari e cosmologici è un battito di ciglia.

L'espansione della stella, già quadruplicatasi, ingloberà le orbite dei due pianeti non prima di averli 'maltrattati' per qualche milione di anni. Prima di essere fagocitati i due pianeti subiranno intense onde di marea generate dall'espansione stellare e la progressiva evaporazione della loro atmosfera. In quest'ultimo periodo si comporteranno in maniera molto simile alle comete al periastro: durante la rivoluzione lungo la sua orbita il pianeta perderà la sua atmosfera in evaporazione dietro di sè analogamente ad una cometa. Ma non finisce qui: oltre alla perdita dell'atmosfera, la superficie raggiungerà temperature di migliaia di gradi centigradi, liquefacendosi. Prima della distruzione totale causata dall'inclusione nella stella, il pianeta, da sferico, assumerà una forma ellissoidale sempre più accentuata a causa dell'intensa attrazione gravitazionale della stella ormai prossima.

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