7.10.15

QUALI SONO I PIANETI EXTRASOLARI PIU' PROMETTENTI?

Ormai tra le migliaia di pianeti extrasolari scoperti fino ad oggi, sono decine quelli che rientrano a pieno titolo nell'attuale definizione di 'fascia di abitabilità'.
Raggiunto quindi questo grado di raffinatezza nelle osservazioni, la definizione di abitabilità necessita obbligatoriamente un approfondimento.
Gli ultimi ad occuparsene sono stati alcuni astronomi statunitensi che hanno valutato il problema anche alla luce della quantità di pianeti promettenti scoperti e futuri e del sempre più prezioso tempo-telescopio per poterli studiare.
Come accennavo, la definizione corrente di abitabilità è oggetto di continue revisioni a fronte di nuove scoperte e nuovi interrogativi, anche se semplicisticamente prevede che un pianeta roccioso si trovi alla giusta distanza dal proprio astro (o astri) tale per cui sulla sua superficie possa scorrere acqua liquida. Fin qui, vista l'esperienza terrestre, potremmo tutti essere d'accordo.
L'osservazione della moltitudine di pianeti promettenti (che aumenterà esponenzialmente con i nuovi supertelescopi terrestri e spaziali in fase di ultimazione) dovrà essere gestita al meglio, individuando i pianeti più promettenti tra quelli promettenti. Come fare? Il team ha ideato un nuovo indice per individuare i pianeti veramente interessanti ed assegnare loro una certa priorità.
L'indice assegnato a ciascun pianeta avrà un valore derivato non più solamente dalla distanza del pianeta dalla sua stella, ma considerando tutto ciò che sappiamo su quel pianeta: tutti i dati osservativi rilevati in un dato sistema.

La difficoltà sorge però nel riconoscere queste caratteristiche ( rocciosità, determinazione dei parametri orbitali e stabilità dell'orbita), unite allo studio dell'atmosfera planetaria e della composizione chimica superficiale, su mondi distanti come minimo 4,36 anni luce o al più svariate migliaia. Per alcuni tra le decine di questi promettenti pianeti confermati, è stato possibile ricavare alcuni di questi preziosi dati aggiuntivi.

I dati basilari su cui viene calcolato tale indice sono i seguenti 3:
- la stima di rocciosità del pianeta;
- l'albedo;
- l'eccentricità dell'orbita.

Il vantaggio è che ognuno dei tre dati funge da parametro di controllo per gli altri due. Ad esempio, se un pianeta è attualmente considerato troppo caldo per ospitare la vita a causa magari della vicinanza alla sua stella (e dunque rischiasse di essere scartato in una futura campagna osservativa), potrebbe possedere un alto albedo che avrebbe un effetto mitigante sul suo clima globale e quindi riguadagnare il suo posto nella lista.
Il team ha infine applicato il nuovo indice a tutte le migliaia di pianeti scoperti fino ad oggi da Kepler e ha concluso che i più promettenti (assumendo che posseggano un'orbita circolare) sono quelli che ricevono tra il 60 ed il 90% della radiazione solare che incide sulla Terra, trovando anche numerose conferme nelle teorie più moderne ed avanzate sulla zona di abitabilità attorno ad una stella.
In conclusione, si tratta di un piccolo ma significativo passo avanti nella determinazione di un indice oggettivo ed obiettivo per la determinazione della reale abitabilità di un pianeta extrasolare.

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